E' di ieri la notizia dell'assegnazione del premio Nobel per la pace al presidente Obama. Viene da chiedersi se per meritarsi un riconoscimento di tale portata possa essere sufficiente aver speso qualche parola a favore del disarmo nucleare! Si tratta forse di un nobel alle buone intenzioni? (E' di soli due giorni fa la decisione del presidente Usa di non ridurre le truppe in Afghanistan, dove è noto che si sta facendo la guerra, non certo un intervento di pace). Che il comitato di Oslo abbia deciso di assegnare un premio Nobel sulla fiducia, sulla speranza, sui buoni ideali? E per quale motivo? Non dovrebbero valere di più le opere che i bei discorsi? Inoltre, come si può far finta di non sapere che Obama, a pochi mesi dalla sua elezione, ha ridato il via ai fondi alle ong favorevoli all'aborto e alla sperimentazione delle staminali embrionali umane? Dunque una vera e propria guerra, silenziosa, ai più innocenti, a coloro che nel mondo non hanno assolutamente voce in capitolo. Non si può costruire una vera pace finanziando la morte di milioni di innocenti e calpestando i diritti dei più deboli. Se questa si chiama pace... Il mondo d'oggi ha preso un andazzo che fa suonare sempre più profetico il libro "Il padrone del Mondo" scritto dal lungimirante Robert Hugh Benson nel lontano 1907.
16 giugno 1983: Sono venuta per dire al mondo: Dio esiste! Dio è verità! Solo in Dio c’è la felicità e la pienezza della vita! Io mi sono presentata qui come Regina della pace per dire a tutti che la pace è necessaria per la salvezza del mondo. Solo in Dio si trova la vera gioia dalla quale deriva la vera pace. Perciò chiedo la conversione.
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