giovedì 8 settembre 2011

Medjugorje: come i comunisti tentarono di soffocare le apparizioni inventando prove false

Medjugorje, i comunisti contro le apparizioni
di Andrea Tornielli

Il regime cercò di soffocare con minacce e falsi dossier quanto stava accadendo nel paesino della Bosnia Erzegovina. I documenti d’archivio svelati da un libro

A trent’anni di distanza dall’inizio del fenomeno Medjugorje, il paesino della Bosnia Erzegovina dove a partire dal giugno 1981 un gruppo di ragazzi affermò di vedere la Madonna, vengono alla luce i rapporti della polizia segreta comunista che dimostrano il pesante intervento del regime. Le autorità considerarono le apparizioni «uno strumento dell’azione nemica controrivoluzionaria, indirizzata contro la fraternità e unità dei popoli della Jugoslavia» e cercarono di soffocare quanto stava accadendo attraverso intercettazioni, ricatti, minacce e la fabbricazione di falsi dossier, in particolare contro il frate francescano Jozo Zovko, che seguiva i veggenti. Finendo per condizionare negativamente anche il giudizio di vari esponenti della Chiesa locale.

A rendere noti i documenti è il giornalista Žarko Ivković, autore di una sezione del libro «Il mistero di Medjugorje» pubblicato dal principale quotidiano croato, Vecernji List. Ivković ha lavorato negli archivi dell’Agenzia d’informazione della Bosnia-Erzegovina consultando le carte della polizia segreta jugoslava, il potente Servizio di sicurezza SDB (Služba državne bezbjednosti).

Per spaventare la gente e impedire raduni a Medjugorje, i comunisti di Čitluk, organizzarono innanzitutto dei convegni per le unità locali dell’Erzegovina, che venivano istruite presentando i francescani come nemici del comunismo e, in particolare, padre Jozo come il regista delle «apparizioni inventate» con cui seduceva «il popolo ed i bambini». I pellegrini, però, continuarono ad aumentare e così il governo dichiarò lo stato di emergenza: iniziarono le perquisizioni dei fedeli e dei preti; da Sarajevo arrivò la polizia speciale che proibì l’accesso al monte delle apparizioni. Infine furono coinvolti anche i servizi segreti. Dai documenti emerge che tra gli obiettivi principali c’era quello di «rendere passivi» i protagonisti degli avvenimenti. Gli agenti dell’SDB iniziarono a spiarli, a raccogliere informazioni sulla loro «attività nemica» per costruire dossier che li compromettessero...
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FONTE: VATICAN INSIDER - la stampa.it

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